Una lunga passione per Van Gogh e quel suo mistero tra genio e follia hanno seminato in Gloria Albonetti, studiosa di estetica, psichiatria e scienza, la curiosità di approfondire il mistero che circonda l'artista tra i più celebri al mondo.
"La mia passione nasce da molto lontano. Sono cresciuta, infatti, passando davanti ad una copia de "I Girasoli" di Van Gogh, che puntualmente accendeva le mie fantasie infantili. Con il tempo, ho imparato a conoscere meglio il quadro e l'artista e ho cominciato ad apprezzare quel qualcosa in più, che andava al di là del giallo accesso e di quel soggetto pittorico a me tanto familiare.
Oggi mi è chiaro che quei "Girasoli", in fondo, risvegliavano ogni volta la mia naturale attrazione per gli incompresi e gli esclusi", afferma l'autrice del nuovo volume di Scientia et Causa, in uscita il 12 agosto, e che si può già prenotare nel Negozio C1V per averlo tra i primissimi lettori:
"Il libro nasce proprio dalla volontà di approfondire quella vita tanto tormentata, alla ricerca di un possibile "riscatto" dell'artista. Negli ultimi anni, in seguito a numerosi film e documentari, anche il pubblico di non esperti ha cominciato ad interrogarsi e a farsi una propria opinione sulla "follia" di Van Gogh. Come spesso accade, però, queste idee si basano su luoghi comuni, dovuti a mancanze di documenti o a ulteriori "chiacchiere" di vecchia data.
L'idea è nata più concretamente da Karl Jaspers, che studiai casualmente per un esame universitario e che cominciò ad appassionarmi, soprattutto dal punto di vista "psichiatrico". Scoprii, allora, il suo saggio su Vincent Van Gogh contenuto nelle patografie di "Genio e Follia".
Questo scritto mi piacque molto, ma vi trovai anche una grande mancanza nella confutazione delle ipotesi contro cui Jaspers si scagliava (di cui parlo anche nel libro). Invece di scoraggiarmi, questo "difetto" mi ha spinta ad approfondire il tema delle diagnosi mediche sul pittore. Da qui mi si è aperto un "mondo" contraddittorio e enigmatico, "misterioso", appunto, soprattutto all'interno del panorama italiano. I medici, formulando le proprie tesi e confutandone altre, sembrano ridare "corpo" e "spessore" al pittore olandese, spesso etichettato in maniera sbrigativa e acritica come "pazzo. Ringrazio Vincent Van Gogh perché, attraverso la sua esperienza, mi ha dato la possibilità di riflettere su di me e di dedicarmi a due cose che mi hanno sempre appassionata: la medicina e l'arte."
Un testo per chi ogni volta rimane incantato davanti alle opere di Van Gogh, per gli appassionati di arte, di medicina, di scienza, per chi desidera saperne di più di questo straordinario artista, da una nuova angolatura, e per chi crede nell'importanza della diversità e dell'empatia verso gli esclusi.